martedì 29 settembre 2009





"LA HORA"

Está la noche
paciente
que calla y aguarda
Y en la noche está la hora
en la mano
que apacigua

di Raticulina


lunedì 28 settembre 2009

"I LIMONI"

Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi........ e  mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra.......
......Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno piú languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.
Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.....
......Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo dei cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità

E.Montale

domenica 27 settembre 2009

UNA STROFA DELLE MIE PREFERITE

... Bene non seppi, fuori del prodigio
 che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato

E.Montale  "Spesso il male di vivere..."

QUEL GIORNO

Quel giorno non voglio
fissar stinte pareti
con gli occhi velati
nel chiuso di una stanza
ma distendermi sull'erba
alberi sparsi intorno
il vento tra le foglie
non voglio gente attorno
nè sentire altre voci
che quelle dentro me
quelle dei tredici anni
dei pomeriggi estivi
dei giochi interminabili
nei campi dietro casa
con gli amici di allora
l'odore dell'estate
la gioia dentro il cuore.
Un'altra volta ancora...

 Leone

sabato 26 settembre 2009



"NIEBLA EN EL CIELO"

Bajo tu manto làcteo
renuncio a mis limites
acato designios

di  Raticulina

venerdì 25 settembre 2009

PERFEZIONE...

Dolce e chiara è la notte e senza vento

E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti

Posa la luna, e di lontan rivela

Serena ogni montagna....

G.Leopardi  "La sera del dì di festa"

giovedì 24 settembre 2009

Ci sono spiriti altamente dotati che sono sempre sterili solo perchè essi, per una debolezza di temperamento,sono troppo impazienti per attendere la fine della propria gravidanza.
F. Nietzsche

Non me ne frega niente, se anch’io sono sbagliato, spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato; coi furbi e i prepotenti, da sempre mi balocco, e al fin della licenza, io non perdono e tocco
da "Cyrano"  di E. Rostand

martedì 22 settembre 2009


Prefazione a un libro mai pubblicato...

 Aforisma, parola di origine greca, significa all'incirca “definizione”.Appartiene allo stesso genere linguistico del motto, della massima,dell'adagio, del proverbio.Questi ultimi, a rigor di logica, non possono neppure essere considerati insiemi distinti se, ad es., un proverbio può essere un motto o contenere una massima ecc..Forse l'unica differenza è che i proverbi hanno una genesi popolare, orale, precedente qualsiasi forma letteraria, anche se, in seguito, possono diventarlo (come il libro della Bibbia), mentre gli aforismi sono un prodotto elitario di civiltà progredite e acculturate ( la greca-occidentale su tutte).Insomma, l'aforisma è il frutto di una mente erudita, che "ha letto", mentre il proverbio di una che ha osservato, udito, intuito, potendo ignorare finanche la scrittura. Il risultato può essere in entrambi i casi brillantissimo anche se il proverbio ha una maggiore linearità concettuale e una migliore sintesi stilistica, frutto di una intelligenza nitida, non ancora offuscata dai dubbi e dalle perplessità generate dallo studio e dai libri. Ora, dato che la natura umana è si sfaccettata ma non infinitamente e tutto quello che si poteva dire in forma di proverbio è stato detto, restano gli aforismi, che il continuo mutare delle regole e dei costumi umani rendono,per fortuna, un genere inestinguibile. E il genere ha avuto interpreti eccelsi benchè siano rare, opere pure in tale forma (Nietzsche su tutti), considerata la difficoltà di riempire un contenitore con cose tanto piccole. Ma ogni scrittore o scienziato non si è lasciato sfuggire l'occasione di scriverne quando scoccava la scintilla. Anzi, quelli più riusciti, hanno caratterizzato autori insigni anche più delle opere che hanno dato loro la fama o dato fama a chi non l'avrebbe altrimenti raggiunta. Un aforisma riuscito è un lampo di intelligenza, un condensato di saggezza e leggerezza, nella massima brevità sintattica. Perle come "Solo i superficiali non giudicano dalle apparenze"(Wilde), "Tutto si è perfezionato da Omero in poi, tranne la poesia"(Leopardi), "Non mi immischio volentieri nelle mie faccende private"(Kraus), "Infelice nel mondo il feticista che desidera solo la scarpa di una donna e deve accontentarsi di una donna intera (Kraus)" realizzano il fine di affermare significati vasti e profondi in una forma stilistica concisa e di ineguagliabile effetto. Insomma, l'essenza dell'intelligenza. Ma più modestamente è anche, per chi abbia delle intuizioni o poco altro, l'unico modo per concretizzarle rapidamente in forma intelligibile, dato che incapacità o pigrizia non gli permettono sviluppi più profondi e sistematici.O anche la convinzione che un brodo è meglio ristretto che allungato. E', forse, il mio caso e il "forse" si riferisce all'assunto non provato che ciò che scrivo abbia un qualche limitatissimo pregio. Anzi, mi scuso col lettore se le note precedenti hanno potuto far sorgere il dubbio che volessi accostare le mie cose all'opera di Quelli. Mi unisco tuttalpiù a quanti, nel cambiamento del linguaggio avvenuto negli ultimi decenni, usano il mezzo scritto in forma di calembour, di paradosso, di semplice battuta di spirito, per descrivere i fatti della vita, sapendo che l'aforisma è sempre una mezza verità, un punto di vista o, tuttalpiù, il punto di partenza di una riflessione più vasta. Qualche volta situato molto in alto a contemplare il paesaggio sottostante... 



lunedì 21 settembre 2009

LE NUVOLE....

...STRISCIANO MINACCIOSE E CAUTE COME ASSASSINI, CIONDOLANO TRISTI E SOGNANTI A PALLIDE ALTEZZE COME MALINCONICI EREMITI. DI VOLTA IN VOLTA IN FORMA DI ISOLE STUPENDE, DI VELE FLUTTUANTI, DI GRU' IN VOLO, SOSPESE TRA IL CIELO DI DIO E LA POVERA TERRA, SIMILI A BELLE ALLEGORIE DI TUTTA LA NOSTALGIA UMANA. E FANNO PARTE DELL'UNO E DELL'ALTRA: SOGNI DELLA TERRA , NEI QUALI ESSA ACCOSTA LA PROPRIA ANIMA MACULATA ALLA PUREZZA DEL CIELO. SONO L'ETERNO SIMBOLO DI OGNI VAGABONDAGGIO, DI OGNI RICERCA, DI OGNI DESIDERIO E DI OGNI NOSTALGIA. STANNO SOSPESE TRA TERRA E CIELO, IRRESOLUTE E BRAMOSE E PERVICACI COME LE ANIME DEGLI UOMINI, FRA IL TEMPO E L'ETERNITA'...

H. HESSE "PETER CAMENZIND"

domenica 13 settembre 2009

DOMANDA PER QUALCHE GENTILE VIANDANTE : COME FACCIO A "METTERE" LA MUSICA NEL MIO BLOG?

lunedì 7 settembre 2009


REALTA' E ILLUSIONE
""...IN ORIENTE LA NOZIONE DI MISURA NON HA AVUTO,NEPPURE LONTANAMENTE,UN RUOLO ALTRETTANTO FONDAMENTALE CHE IN OCCIDENTE. NELLE FILOSOFIE DOMINANTI DELL'ORIENTE L'INCOMMENSURABILE (AD ES.CIO' CHE NON PUO' ESSERE DENOMINATO O DESCRITTO... ATTRAVERSO QUALCHE SPECIE DI RAGIONE) E' TENUTO PER LA REALTA' ORIGINALE. PER ES.IN SANSCRITO (LINGUA MATRICE DELLE LINGUE INDOEUROPEE),ESISTE LA PAROLA "MATRA" CHE SIGNIFICA MISURA ED E' MOLTO VICINA AL GRECO METRON.MA C'E' UN'ALTRA PAROLA,"MAYA",CHE HA LA STESSA RADICE E SIGNIFICA ILLUSIONE.PER NOI OCCIDENTALI LA MISURA E' L'ESSENZA STESSA DELLA REALTA',O ALMENO LA CHIAVE DELA SUA ESSENZA.PER GLI ORIENTALI LA "MISURA" E' UNA RAPPRESENTAZIONE DEL FALSO E DELL'INGANNEVOLE.E TUTTE LE FORME,LE PROPORZIONI E LE "RAGIONI" PERCEPITE DAI SENSI ALTRO NON SONO CHE UN VELO,UN'ILLUSIONE, "MAYA", SULLA VERA REALTA' DI CUI NIENTE PUO' ESSERE DETTO O PENSATO....""
         da  "BHUDDA"   C. Coccioli.